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Gerusalemme: profanato con scritte antisemite (in ebraico!) lo Yad Vashem

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Ovviamente il “solito” Battistini in una notizia del genere ci sguazza…ma d’altra parte dal giornale dove Sergio Romano quotidianamente pontifica contro Israele e gli ebrei non ci si può aspettare altro!

Scritte antisemite allo Yad Vashem. Profanato il simbolo della Memoria

Frasi inneggianti a Hitler al Museo dell’Olocausto

di Francesco Battistini

GERUSALEMME – Lì, non avevano mai osato: «Hitler, grazie per l’Olocausto». E poi: «L’Olocausto è tutta colpa del sionismo». E ancora: «Il regime del male sionista ci mette in pericolo». Dieci scritte spray sui muri. In ebraico. Yad Vashem, il memoriale della Shoah di Gerusalemme, il più famoso e visitato dopo quello di Auschwitz, è stato profanato nella notte con alcune frasi neonaziste.

LE INDAGINI – A scoprirlo sono stati i custodi, questa mattina, al momento d’aprire i cancelli: «È stata trovata una scritta – dice Micky Rosenfeld, portavoce della polizia – proprio sullo spiazzo dell’ingresso. Le altre, in vari punti del memoriale». Yad Vashem si trova alle porte della città, su una collina della foresta di Gerusalemme, in una zona un po’ isolata. Proprio per questo, l’area è di solito sorvegliata, anche durante la chiusura al pubblico, ed è attivo 24 ore su 24 un circuito interno di telecamere. «Indaghiamo in tutte le direzioni – dicono gl’investigatori -: possono essere ragazzini, vandali o individui spinti da altri motivi». Poco credito viene dato alla pista araba: di solito, la protesta palestinese non tocca un tema sensibile come la Shoah. Il direttore del museo, Avner Shalev, sostiene piuttosto che le scritte possano essere di ebrei ultraortodossi: della frangia più estremista, quella che combatte il sionismo e non riconosce l’esistenza dello Stato d’Israele. Una pista porterebbe anche alla campagna «Il prezzo da pagare»: coloni di destra che, da mesi, vandalizzano e incendiano moschee e abitazioni di pacifisti, lasciando scritte razziste. In questi giorni, è furiosa la polemica col governo Netanyahu (e con l’autorità giudiziaria) per la decisione di sgomberare un insediamento illegale in Cisgiordania. Proprio domenica notte, una decina d’auto palestinesi sono state danneggiate in un quartiere di Shuafat, a Gerusalemme Est.

DA WAGNER AL GENERALE – Chiunque sia stato, la profanazione colpisce. Non è la prima volta che Israele si scopre i neonazisti in casa: in passato, ci sono stati anche processi che hanno impressionato l’opinione pubblica. Perché la Shoah, e il rispetto che vi si deve, resta un tema di dibattito, soprattutto in un Paese come Israele. Nelle ultime settimane, non sono mancati argomenti di discussione, anche politica. L’università di Tel Aviv, per esempio, ha appena cancellato l’esecuzione di un’intera sinfonia di Wagner – il musicista amato da Hitler, incubo di milioni d’ebrei costretti ad ascoltarlo nei lager – che, in prima assoluta, si sarebbe dovuta tenere in Israele: le polemiche dei sopravvissuti hanno spinto gli organizzatori a cambiare programma. E sempre in questi giorni, è finito nella bufera un parlamentare della destra religiosa Shas, partito alleato del governo Netanyahu, che a Bruxelles ha partecipato (peraltro su invito d’un eurodeputato leghista italiano, Fiorello Provera) a una tavola rotonda sulla pace in Medio Oriente, con esponenti del partito neonazista austriaco. Il comportamento dell’onorevole, da qualche giornale, è stato messo a confronto con quello del generale Amir Eshel, un autentico eroe dell’opinione pubblica, che nelle stesse ore ha invece rispedito al ministero della Difesa la nuova macchina di servizio che gli era stata assegnata: «La mia famiglia è stata sterminata nei lager – ha detto -, non guiderò mai una Volkswagen tedesca». Fra gli applausi, s’è fatto ridare la sua vecchia Chevrolet.

(Fonte: Corriere della Sera, 11 giugno 2012)

Nella foto in alto: le scritte antisemite al Museo dell’Olocausto Yad Vashem, a Gerusalemme


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